Verso la fine dell’800, anno in cui l’Italia giolittiana si apprestava alle avventure africane, il geniale Marco Barbero di Cherasco, uomo di umili origini, decise di imparare il mestiere di pasticciere, recandosi a Torino in qualità di garzone. Alcuni anni dopo, ritornando al suo paese natìo, aprì in centro un’elegante confetteria, che ancora oggi, con i suoi scaffali in legno, i tavoli in marmo bianco ed i lampadari d’ottone, mantiene la stessa eleganza di allora. I tavolini da bistrot ricordano le dame, della nobiltà e della borghesia, che vi venivano per la cioccolata o per il thè, in compagnia degli ufficiali del presidio o dei professorini del Liceo-Ginnasio: Pastonchi e Bontempelli. Vi entrarono Re Vittorio e il bel Principe Umberto in cerca di emozioni; vi entrarono occupanti agguerritissimi, per un momento domati; vi entrarono ministri del Re e della Repubblica, industriali potenti e finanzieri audaci. La frequentano – oggi che Giancarlo Torta con i figli Luca e Cristina ne hanno rivisitato la produzione – i protagonisti del turismo selezionato e colto che la bella Cherasco ha saputo attrarre, anche sollecitandone la golosità, degustando i Baci di Cherasco® e le altre specialità.
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